Diamante, guida all’acquisto

Diamante, guida all’acquisto

anelo di fidanzamento con diamante bianco

Diamanti: forma di investimento o romantico dono?

Sia chi cerca nel mercato delle pietre preziose una valida alternativa per diversificare il proprio portafoglio nelle forme di investimento, sia coloro che si avvicinano a questo orizzonte per la prima volta quando si trovano a dover acquistare l’anello di fidanzamento, trovano nel diamante la risposta perfetta per le loro esigenze.

In entrambi i casi si tratta di un acquisto decisamente molto importante e di grande rilievo economico, per cui è necessario sempre farlo nel migliore dei modi e utilizzando tutte le informazioni a disposizione per non incorrere in qualche fregatura. Vediamo allora quali sono i segreti da conoscere per poter acquistare un diamante di qualità eccellente.

Anello di diamanti: il dono più romantico

Molti si avvicinano per la prima volta ai diamanti proprio nel momento in cui si trovano a scegliere il fatidico anello di fidanzamento.

La pietra, considerata da tutti la regina di ogni gioiello, è infatti particolarmente indicata per dare all’anello una lucentezza ed un bagliore speciale, grazie alla sua capacità di rifrangere la luce in tanti piccoli riflessi cristallini.

Utilizzata sia come incastonatura per orecchini, collane e bracciali, la pietra dalla classica forma ovoidale vede proprio nell’anello la sua incastonatura perfetta.

Cosa sapere prima di acquistare diamanti per investimento

Iniziamo ad analizzare il mercato dei preziosi in cui inevitabilmente si troverà immerso chi sceglie di acquistare diamanti come forma di investimento.

Dopo gli allarmanti dati diffusi lo scorso anno dalla Consob sui rischi che possono scaturire da una scarsa ed insufficiente informazione alcune associazioni di consumatori hanno aperto un tavolo per cercare di dare a tutti coloro che si apprestano ad acquistare diamanti per investimento una maggiore trasparenza.

Innanzitutto occorre precisare che, come ogni altra materia prima, anche il diamante risente delle fluttuazioni derivanti dalle quantità prodotte e dai livelli delle scorte, anche se come altri metalli preziosi (primo tra tutti l’oro) può considerarsi abbastanza protetto dalle varie turbolenze economiche.

La collocazione dei diamanti per investimento è esonerata dall’obbligo di prospetto informativo sul livello di rischio in quanto non vengono considerati strumenti finanziari.

Per i diamanti inferiori a 0,5 carati infine non esiste obbligo neppure di certificazione rilasciata da un laboratorio accreditato.

Quanto costa un diamante e come sceglierlo?

Chi decide di diversificare il proprio portafoglio d’investimento puntando sui diamanti potrà trovare un valido punto di riferimento nelle principali banche italiane, che molto spesso si appoggiano alle migliori società specializzate nel settore.

Anche le varie piattaforme online rappresentano un’ottima base dove trovare le pietre preziose.

Per avere un’indicazione del prezzo è sempre bene fare riferimento al Rapaport, ovvero il listino ufficiale internazionale dei diamanti.

Il mercato infatti non è regolato da nessuna autorità e questo porta molto spesso ad avere prezzi anche molto diversi tra loro.

Secondo gli esperti infine, sarebbe indicato investire circa il 10% del proprio portafoglio in pietre preziose, scegliendo preferibilmente diamanti tra 0,5 e 3 carati.

È bene considerare che quelli superiori a 2 carati non sono molto diffusi, per cui potrebbe risultare difficile trovare un acquirente.

L’acquisto del diamante per investimento viene assoggettato ad IVA 22%, mentre è prevista una esenzione fiscale totale in caso di successione.

Carat weight, colour, clarity e cut: le caratteristiche da valutare

Il criterio per stabilire il reale valore di ogni diamante è racchiuso in quella che viene definita “la regola delle 4 c”.

Saper effettuare una accurata valutazione di queste importanti caratteristiche aiuterà ognuno di noi ad evitare spiacevoli sorprese.

Innanzitutto abbiamo il carat weight, ovvero il peso di ogni pietra.

Questo non pregiudica la qualità del cristallo, che potrà essere ottima anche con una caratura minore, I diamanti più difusi oggi in commercio sono generalmente compresi tra 0,5 e 2 carati.

Il colore della pietra riveste un ruolo molto importante.

In una gamma di colori che va dal bianco ghiaccio a quello caldo è possibile trovare gradazioni intermedie suddivise per lettere nella tabella creata dal Gemological Institute of America (GIA).

Le pietre incolori sono indicate con la lettera D e sono le più rare e costose.

Il livello di purezza sta ad indicare la quantità di inclusioni che generalmente si trovano all’interno del cristallo.

Definite anche “impronte digitali della natura” le inclusioni sono presenti in quasi tutti i diamanti e, con la loro posizione o forma, contribuiscono a determinarne il valore.

Le pietre assolutamente prive di inclusione sono rare e vengono considerate purissime.

Infine il taglio, ovvero quella operazione eseguita dalla mano dell’uomo che darà alla pietra una particolare forma, creando quelle sfaccettature che doneranno al diamante finito la sua straordinaria lucentezza.

Sono molto apprezzati i tagli tondi e simmetrici, che consentono di avere gioielli con la maggiore luminosità.

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