Lo zaffiro è una particolare varietà del corindone, mentre da un punto di vista chimico è ossido di alluminio dalla forte componente allocromatica.
Solitamente, quando la parola zaffiro non è accompagnata da nessun altro aggettivo si fa riferimento alla pietra nella sua tonalità blu-azzurra, ma il corindone può assumere differenti colorazioni, che vanno dal rosa all’arancione, dal giallo al verde fino al bianco incolore, la varietà più preziosa, e allora lo zaffiro ha vicino un’altra parola che lo definisce, come la varietà rubino quando la pietra possiede il coloro rosso.
Lo zaffiro si trova in natura nelle rocce metamorfiche o magmi con poco silice, i maggiori giacimenti sono stati scoperti in Australia, Birmania, Thailandia e Sri Lanka, anche in Italia sono stati trovati dei piccoli cristalli al Terminillo.
La particolarità dello zaffiro è che può essere prodotto anche in modo sintetico, distinguibile da quello naturale solo osservando le inclusioni interne al microscopio.
La forma più diffusa nella quale è tagliata la pietra è quella sfaccettata ovale o tonda, ma non sono poi escluse anche altre tipologie di tagli come brillante, smeraldo o princesse soprattutto se sotto il carato di peso.
Il nome zaffiro si presume derivi dall’ebraico con il significato di “la cosa più bella” o dal greco azzurro, per via della sua particolare colorazione.
Fin dall’antichità la gemma è associata a idee di regalità e romanticismo, non è un caso infatti che l’anello di fidanzamento regalato dal principe Carlo a Lady Diana avesse uno zaffiro da 18 carati e che lo stesso anello è poi passato alla generazione successiva donato da William a Kate Middleton.
Ed è sempre uno zaffiro, la St. Edward’s Sapphire, la pietra montata sulla Corona Imperiale dell’undicesimo secolo.
Lo zaffiro più grande e più di valore al mondo, di varietà stellato per le inclusioni che formano appunto una stella sulla superficie della pietra, è nero e pesa ben 733 carati ed è stato chiamato Black Star of Queensland, il secondo, la Star of India, è invece di colore blu, estratto in Sri Lanka pesa 563 carati ed è esposto in un museo di New York.
Lo zaffiro, rispetto a un diamante, uno smeraldo o un rubino, ha un prezzo più accessibile.
Secondo i criteri standard quelli migliori e più preziosi non devono avere inclusioni visibili a occhio nudo a una distanza di 15 centimetri, eppure alcune di queste rappresentano un’eccezione perché se microscopiche e dalle forme particolari, denominate seta, latte o fiore, conferiscono alla pietra ancora più bellezza e valore.
Attorno a questa gemma sono state costruite moltissime leggende che ne hanno narrato le sue magiche proprietà, come quella che voleva fosse lo zaffiro il motivo per cui Elena di Troia risultasse così bella e desiderata, ma lo zaffiro era anche la pietra con la quale fu realizzato l’anello di Re Salomone che sempre secondo la leggenda teneva lontano i demoni.
Se si desidera acquistare uno zaffiro, è necessario sapere che la maggior parte di essi, dopo l’estrazione, subiscono almeno un processo che ne migliora il colore o la trasparenza come il riscaldamento o il riempimento di fessure e cavità.
E’ importante saper distinguere questi trattamenti e avere la capacità di riconoscerli poiché naturalmente uno zaffiro naturale che non li ha subiti possiede un valore maggiore rispetto a una pietra migliorata.
Vale di più uno zaffiro che non abbia inoltre colori troppo scuri o troppo chiari, bensì brillanti e intensi e in generale ciò che determina il prezzo di questa pietra oltre al colore, sono la grandezza, l’assenza di inclusioni e la limpidezza della pietra.